Secondo la Fimp, il dato è in continuo aumento
Quasi un pediatra di famiglia su 3 affianca, più o meno spesso, l'omeopatia alle cure farmacologiche tradizionali. Un dato in continuo lieve aumento. E' la fotografia scattata da un'indagine della Federazione Medici Pediatri (Fimp) che verrà presentata oggi al X congresso nazionale in corso a Pisa.
Il sondaggio, in collaborazione con Omeoimprese (associazione delle aziende produttrici di medicinali omeopatici), è frutto di una consultazione fra i 5.400 pediatri aderenti alla Fimp, quasi tutti convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale. Il 30% di chi ha risposto dichiara di ricorrere all'omeopatia, dato in crescita rispetto al 23% emerso da un'indagine condotta nel 2012 dalla Società Italiana di Pediatria. Secondo la ricerca Fimp, inoltre, tra chi usa l'omeopatia, il 36% lo fa quotidianamente e nella metà dei casi a sceglierla sono specialisti con alle spalle corsi post universitari triennali (54%). Vi ricorrono soprattutto per malattie delle vie respiratorie (68%), gastroenteriti, allergie, disturbi del sonno. "L'indagine - spiega all'ANSA Giampietro Chiamenti, presidente Fimp - è nata dalla percezione che parte dei pediatri si è avvicinato con interesse all'omeopatia negli ultimi anni, forse per via dei minor effetti collaterali riscontrati e della preferenza per un modo olistico di avvicinarsi alla salute del bambino. Per questo abbiamo voluto avere una fotografia più precisa della realtà. Da qui partiremo per una valutazione di merito, per capire dal punto di vista scientifico la validità di questo metodo di cura".
I dati sono in linea con quanto emerso nel corso dell'ultima fotografia del settore diffusa a marzo 2016 da Omeoimprese, secondo la quale il 36% degli 8 milioni gli italiani che ricorrono all'omeopatia lo fa anche per i propri bambini. I risultati, spiega Giovanni Gorga, presidente di Omeoimprese, "indicano una diffusione dell'omeopatia in affiancamento, e non in alternativa, ai prodotti allopatici". Questo, prosegue "ci pone nelle condizioni di chiedere alle Istituzioni una maggiore attenzione verso il settore. I nostri prodotti sono farmaci a tutti gli effetti, tanto è vero che sono sottoposti ad un esame molto severo da parte dell'Agenzia Italiana del Farmaco".
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